Larghe tra i due ed i quattro metri, in altezza alcune arrivano a sfiorare i venticinque metri e sono lunghe fino al massimo di un chilometro. Si possono percorrere a piedi o a cavallo.
Ma a cosa servivano le Vie Cave?
Per quale motivo gli etruschi hanno realizzato queste opere gigantesche scavando chilometri di roccia tufacea?
Queste domande non hanno ancora trovato delle risposte precise, alcuni ipotizzano un uso di carattere sacro e funerario, altri sostengono fossero vie di collegamento, sistemi difensivi o ancora opere per il deflusso delle acque.
L’unica cosa certa, è che dovevano avere una notevole importanza, dal momento che per realizzare la sola Via Cava denominata “Cavone”, sono state asportate ben 40mila tonnellate di roccia vulcanica.
Percorrendo le Vie Cave vi imbatterete in tombe ed incisioni del periodo etrusco, mentre di origine medievale o ancor più recenti sono i numerosi scaccia-diavoli: nicchie contenenti immagini sacre che avevano lo scopo di rassicurare i viaggiatori. I segni di usura che noterete sul piano di calpestio, sono stati causati dal passaggio secolare dei carri, che testimonia anche quanto siano state utilizzate nel corso del tempo.
In questi sentieri si è sviluppato un particolare microclima che ha favorito la crescita di una vegetazione tipica degli ambienti umidi e ombrosi, quali felci, muschi, licheni, edere e liane che contribuiscono ad accrescerne il fascino.
Noi abbiamo visitato le vie cave di Pitigliano facendo il percorso di 10km che da la possibilità di visitare tutte quelle della zona.
Nella cartina qua sotto potete vedere il percorso seguito a Pitigliano.
Abbiamo visitato il paese e siamo arrivati fino alla fine dello stesso dove si trova la scalinata che conduce alla passeggiata della Selciata. Qui siamo andati a destra fino a prendere il Cammino dei Londini per poi seguire la mappa delle vie Cave e fare un giro ad anello.
Il giorno dopo ci siamo a Sovana per visitare il parco archeologico e la bellissima via cava di San Sebastiano.
Nel parco archeologico di Sovana è presente una necropoli etrusca dove si possono visitare quattro tombe monumentali. La tomba Pola, la tomba Ildebranda e le tombe a edicola del Tifone e dei Demoni Alati. Quest’ultima riportata alla luce nel 2004.
In prossimità del monumento sono stati collocati grandi blocchi di tufo, spicca fra tutti il frontone ad alto rilievo, sul quale campeggia un imponente demone marino, alato e con code pisciformi, identificabile con Scilla o Tritone.
A poca distanza, in un altro settore della necropoli, detto di Sopraripa, si trovano le tombe a dado, semidado, falsodado, e la tomba a edicola della Sirena.
Oltre ai monumenti sepolcrali la necropoli è caratterizzata da numerose vie cave tra le più grandiose e suggestive della zona come il Cavone, la via cava di Poggio Prisca e la via cava di San Sebastiano.